Fondazione Merz

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Wolfgang Laib

9 aprile  – 7 giugno 2009

 

1 – 7 giugno 2009, 45 Bramini officiano il Rito del Fuoco

 

a cura di Beatrice Merz e Maria Centonze

Alla base del pensiero dell’artista vi è un’idea di equilibrio e di armonia che regola il mondo e l’opera dell’uomo, fondamentale custode dell’universo. La grande mostra personale si è svolta in due momenti: si è aperta con l’installazione di centinaia di piccole montagne di riso, una linea di piccole montagne di polline e una grande montagna Ziggurat di cera d’api, che ha riempito tutto lo spazio della Fondazione.

Dal 1 al 7 giugno inoltre, con una durata di soli 7 giorni, la Fondazione ha ospitato un particolare e interessante evento, parte integrante del progetto dell’artista: quarantacinque Bramini, provenienti da uno dei più importanti templi del sud dell’India, hanno officiato ogni giorno il rito del fuoco, che nella cultura indiana si perpetua da millenni.

Il progetto è accompagnato da una pubblicazione che racchiude l’intera documentazione fotografica.

Una lunga storia è all’origine di questo evento. In occasione di Documenta 1987, Mario Merz mi invitò ad esporre un vaso di polline su un suo tavolo a spirale. Ciò fu l’inizio di una bellissima e preziosa amicizia tra due artisti con — credo — vite differenti, differenti età, ma talvolta uno sguardo molto simile. Entrambi rimanemmo reciprocamente affascinati, cosa che ha arricchito molto le nostre vite… Sarà quindi molto più di un’esposizione con diversi oggetti e lavori, non una mostra per un artista individuale, ma riguarderà il mondo, l’universo e anche la nostra propria esistenza. Io stesso ho questo sogno da tutta la mia vita, da quando ho provato a diventare un medico, accorgendomi molto presto che ciò significava occuparsi solo del corpo fisico, e che la nostra vita ed esistenza non potevano essere ridotti alla sola materia. Il polline rimanda all’inizio e alla creazione, le montagne di riso e lo Ziggurat di cera d’api (piramide a gradoni) al nutrimento e al legame del cielo con la terra, il fuoco alla fine, alla distruzione e possibile rinnovamento del mondo, alla trasformazione del fisico, ad un nuovo ciclo, alla condizione del cambiamento. (Wolfgang Laib)