La mostra Push The Limits 2 accoglie il dialogo tra la giornalista e storica Paola Caridi, la scrittrice Helena Janeczek e il pubblico.
L’incontro, nato dal confronto sui temi proposti dal libro Sudari. Elegia per Gaza, recentemente pubblicato da Caridi per Feltrinelli, propone di estendere il discorso dalle opere in mostra al nostro rapporto con la guerra e il senso di responsabilità, rivendicando la necessità di chiamare per nome tutte le persone uccise a Gaza, per nulla annullate dal bianco dei troppi sudari nei quali la pietà ha avvolto i corpi, ma rivelate alle nostre coscienze intorpidite e distratte proprio da questo estremo atto di umanità.
Paola Caridi, nata a Roma, è storica e giornalista. Ha conseguito un dottorato in Storia delle relazioni internazionali e vive in Medio Oriente e nei paesi arabi dal 2001. Si è trasferita dapprima al Cairo, pochi mesi prima dell’11 settembre. Poi a Gerusalemme, dove dal 2003 è corrispondente di Lettera22, un’associazione di giornalisti indipendenti specializzata in politica estera, di cui è una delle fondatrici. Nel 2007 ha pubblicato Arabi invisibili, un saggio con cui si è aggiudicata il Premio Capalbio nel 2008 e da cui è nato il suo blog, invisiblearabs. Nel 2009 ha firmato Hamas, una delle più organiche inchieste sul movimento politico palestinese a oggi esistenti, pubblicata anche negli Stati Uniti e ripubblicata in un’edizione aggiornata dopo i sanguinosi attentati del 2023 e il conflitto che ne è seguito. Del 2013 è Gerusalemme senza Dio, lavoro ispirato dalla sua pluriennale attività di reporter dalla città santa. Sempre a Gerusalemme e alle ferite che minano la convivenza tra due popoli e la costruzione di una storia condivisa guardano anche il libro per ragazzi Gerusalemme. La storia dell’altro (2019) e Il gelso di Gerusalemme (2024). Collabora con diversi centri studi di politica internazionale, tra i quali l’ISPI e lo IAI, e con testate nazionali.
Helena Janeczek è nata a Monaco di Baviera nel 1964 da una famiglia ebrea-polacca. A inizio degli anni Ottanta si trasferisce in Italia e nel 1989 esordisce con una raccolta di versi in lingua tedesca Ins Freie. Approda nel mondo editoriale come consulente di narrativa straniera per Adelphi e Mondadori e collabora con le riviste «Nazione Indiana» e «Nuovi Argomenti». Nel 1997 pubblica il libro di matrice autobiografica Lezioni di tenebra (Premi Bagutta Opera prima e Giuseppe Berto). Tra le sue opere occorre citare i romanzi, scritti tutti in lingua italiana, Cibo (2002), Le rondini di Montecassino (2010) e La ragazza con la Leica (2017, Premi Strega e Bagutta) sulla vita di Gerda Taro, la prima fotoreporter caduta in guerra. È stata protagonista di diversi incontri sul tema della Shoah ed è organizzatrice del festival di letteratura «SI – Scrittrici Insieme» che ha luogo nella località di Gallarate.