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Giorni Felici? quello che accade, quello che può accadere

La mostra Giorni Felici? si amplia ed evolve con l’inedito innesto di Francesco De Grandi e una variazione dell’opera di Silvia Giambrone che affiancano i lavori di Yuri Ancarani, Per Barclay, Joanna Piotrowska, Genuardi/Ruta e Chen Zhen

 

dal 21 marzo al 12 maggio 2024

 

a cura di Agata Polizzi

 

ZACentrale, Cantieri culturali alla Zisa, Palermo

Fondazione Merz presenta, dal 21 marzo al 12 maggio 2024, un’inedita evoluzione della mostra Giorni Felici? a cura di Agata Polizzi, in corso negli spazi del Padiglione ZAC presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.

Il nuovo progetto espositivo si intitola Giorni felici? quello che accade, quello che può accadere e riprende i linguaggi creativi messi in campo da Yuri Ancarani, Per Barclay, Joanna Piotrowska, Genuardi/Ruta e Chen Zhen nella mostra Giorni Felici?, innescando un’evoluzione che apre a nuove riflessioni e sperimentazioni.
Il progetto espositivo prosegue ampliandosi e attivando un transito affidato all’artista palermitano Francesco De Grandi e alla sacralità della sua pittura.
Inoltre, la mostra presenta una staffetta nelle opere di Silvia Giambrone.

Francesco De Grandi presenta Come creatura (2018), Medea nel giardino del regno di Colchide (2023), Inizianti (2021), una trilogia che celebra la Natura, magnifica, controversa e rasserenante, un “paradiso terrestre” che si offre nella sua immensa ambigua bellezza, luogo dove tutto è accaduto e tutto può ancora accedere, universo in cui va in scena l’eterno déja vu dell’esistenza, dominato da un tempo rotondo che neutralizza ogni cosa e dove tutto trova ragione nel senso profondo di appartenenza a qualcosa di più grande e di trascendente.
L’artista ci conduce in una dimensione materica e insieme sublimata, tramite un linguaggio che diviene, non solo strumento di narrazione, ma anche dispositivo che consente l’immersione in uno scenario capace di stravolgere e di accogliere.
Il video Sotto tiro (2013) di Silvia Giambrone è un’intensa e significativa analisi dell’artista sull’urgenza di “sentire il centro” non come minaccia ma anzi come punto di forza e di salvezza.

Spiega la curatrice Agata Polizzi: “Proprio come accade quando si fa esperienza di qualcosa di profondamente rilevante, la potenza sprigionata dai lavori in mostra e dai linguaggi messi in atto da Chen Zhen, Yuri Ancarani, Per Barclay, Joanna Piotrowska, Silvia Giambrone e Genuardi Ruta, profeti di infinito, suggerisce la necessità di andare avanti, andare oltre. Giorni Felici? genera un’evoluzione che apre nuovi livelli di analisi, un esodo dalla zona di conforto che proietta verso una rinnovata pacificazione. In questo tempo immaginato e insieme percepito, in questa dimensione in equilibrio tra finzione e vissuto, la consapevolezza ci rende solidi, diventa fiducia e può finalmente tradursi in solennità di azione e di pensiero.

Il percorso espositivo prosegue con gli affondi dei cinque artisti già protagonista della precedente mostra Giorni Felici?. Il film Séance (2014) di Yuri Ancarani è un viaggio visivo in un ambiente domestico rarefatto, custode di vita e morte in grado di trasmettere una situazione rassicurante solo in apparenza. Per Barclay con l’installazione Senza titolo (1992), materializza l’idea della casa come luogo misterioso; colma di acqua trasmette energia attraverso una luce intensa. Joanna Piotrowska con le sue fotografie (2016-2019) focalizza l’attenzione sul tema della fragilità dell’infanzia e sulle sue proiezioni nel presente, rileggendo il concetto di casa inteso come rifugio oppure prigione. La promessa della primavera che sta per arrivare è alla base dell’installazione site-specific Vestita di color fiamma viva (2023) del duo Genuardi/Ruta, un tripudio di colore e speranza, mentre i cortocircuiti che caratterizzano la ricerca di Chen Zhen, qui con l’opera Jardin Lavoir (2020), concedono una “seconda vita” agli oggetti simbolo delle contraddizioni della società contemporanea e della storia.

Completa sottovoce il percorso espositivo il monologo tratto dal dramma Happy Days di Samuel Beckett, qui nell’interpretazione di Nicoletta Braschi per il Teatro Stabile di Torino.