Fondazione Merz

Mostre

In corso

Palermo Mon Amour, Madrid

Enzo Sellerio, Letizia Battaglia, Franco Zecchin, Fabio Sgroi, Lia Pasqualino e con la partecipazione di Begoña Zubero

 

dall’8 maggio al 29 giugno 2024 – Istituto Italiano di Cultura di Madrid

 

un progetto della Fondazione Merz a cura di Valentina Greco

 

Dopo il successo ottenuto alla Fondazione Merz di Torino, l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid è lieto di presentare da martedì 7 maggio a sabato 29 giugno 2024 la mostra Palermo Mon Amour, inedito affondo nella storia di una città contraddittoria e immaginifica restituito attraverso l’obiettivo della macchina fotografica di autori d’eccezione: Enzo Sellerio, Letizia Battaglia, Franco Zecchin, Fabio Sgroi e Lia Pasqualino. Per l’occasione il progetto espositivo si arricchisce di alcune fotografie di Begoña Zubero, realizzate durante una sua lunga permanenza a Palermo.

L’esposizione, a cura di Valentina Greco, restituisce attraverso lo sguardo dei cinque fotografi italiani, uno scorcio della storia di Palermo dagli anni ’50 al 1992, esplorando l’immaginario poetico di una città in continua deflagrazione e non sempre ricomposta nella sua complessità. Alla visione gentile, giocosa, colta e antiretorica che caratterizza gli anni ’50 e ’60, lacerata da scenari di miseria e degrado ma anche attraversata da una tensione alla rinascita civile ed economica, seguono gli assalti degli anni ’70 e i fatti di cronaca feroce che costellano la vita quotidiana di Palermo fino al 1992, l’anno in cui sembrava che tutto potesse cambiare. Alle rivoluzioni del movimento punk e alle manifestazioni studentesche si affiancano le produzioni teatrali, l’arte, la vita politica contraddittoria nella costruzione di uno stato d’eccezione costante, di cui la scrittura e la fotografia sono state attente osservatrici e protagoniste.

Spiega Valentina Greco, curatrice della mostra: “La fotografia è un dispositivo necessario per sperimentare un linguaggio che possa raccontare cosa accade in una città, che cosa sia una città. Scattare una fotografia significa partecipare alla felicità, alla fragilità, alla quotidianità, alla eccezionalità, alla ferocia, all’ipocrisia, all’affabulazione, alla ricchezza, alla miseria, alla meraviglia delle situazioni collettive sia pubbliche che private. Le fotografie svelano l’implacabile decostruzione del tempo, e rivelano che tra due situazioni c’è lo scompiglio, la deflagrazione.

In occasione dell’appuntamento madrileno, il percorso di mostra si arricchisce del punto di vista e delle immagini della fotografa Begoña Zubero Apodaca (Bilbao, 1962). La ricerca di Zubero, che spazia dall’esplorazione dello spazio urbano all’astrazione della fotografia soggettiva, in Palermo Mon Amour trae spunto dai lunghi periodi di permanenza in Italia dell’autrice per concentrarsi sull’architettura palermitana, interpretata come memoria viva del suo passato e delle influenze culturali che l’hanno plasmato. Lo spazio urbano diviene testimonianza del carattere multiculturale della città e dei cambiamenti socio-politici che l’hanno attraversata, completando senza soluzione di continuità il ritratto tratteggiato da Sellerio, Battaglia, Zecchin, Sgroi e Pasqualino.

Il titolo della mostra trae ispirazione dal romanzo Hiroshima Mon Amour di Marguerite Duras. L’esposizione è pensata come una passeggiata visiva, dal ritmo incalzante e costellato di incontri, che percorre Palermo attraverso circa sessanta fotografie di medio e grande formato.

 

In collaborazione con Instituto Cervantes

Sotto gli auspici di Ambasciata d’Italia Madrid e Embajada de España en Italia

 

Istituto Italiano di Cultura di Madrid