Barca Solare 2 è una stagione di cinque appuntamenti principalmente focalizzati sulla musica contemporanea, che si svolge a Torino nel periodo ottobre 2024 – marzo 2025. La rassegna, proposta dall’Orchestra Filarmonica di Torino con Fondazione Merz e giunta alla sua seconda edizione, travalica l’idea tradizionale di concerto per offrire anche altre formule di ascolto. Brani di repertorio si alternano a lavori appositamente commissionati con prime esecuzioni italiane in concerti sinfonici, recital solistici, esperienze d’ascolto site specific. Gli eventi hanno luogo al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, negli spazi della Fondazione Merz e, novità per questa stagione, nella Galleria dei Re del Museo Egizio.
Barca Solare 2 ci trasporta tra le grandi civiltà vissute sulle sponde del Mediterraneo in una suggestiva rotta tra Egitto, Grecia, Sicilia, Piemonte e Turchia. La rassegna si pone come uno sguardo su realtà a noi vicine ma spesso non sufficientemente considerate, nel segno di una musica contemporanea lontana da facili esotismi e alla ricerca di comunicabilità e piacevolezza d’ascolto.
Il programma include un nuovo brano commissionato al compositore egiziano Ahmed El Saedi eseguito dall’Orchestra Filarmonica di Torino in prima esecuzione assoluta, un dialogo musicale tra il sassofonista classico siciliano Nicola Mogavero e l’elettronica colta di Økapi, prosegue con il clarinettista dei Berliner Philharmoniker Andrazs Golob avvolto dalla sonorizzazione della compositrice turca Fusün Köksal, vincitrice del Mario Merz Prize ed. 4, e continua con un brano del compositore torinese Nicola Campogrande in cui il sorriso di una persona amata viene esplorato in ognuna delle sue più belle espressioni.
La rassegna si conclude al Museo Egizio con Gli alberi dell’Amore, appuntamento ispirato a un papiro risalente alla XX Dinastia esposto nel Museo: il mezzosoprano greco Angelica Cathariou e gli strumentisti di OFT ci trasportano in un idillio in cui sono gli alberi a osservare la nostra specie. (Michele Mo e Willy Merz).
PROGRAMMA
Martedì 29 ottobre 2024 ore 21 – Conservatorio Giuseppe Verdi, piazza Bodoni
Il sole incendia Brahms
Orchestra Filarmonica di Torino
Giampaolo Pretto direttore
Ahmed El Saedi
Egyptian Scenes
Prima esecuzione assoluta – commissione OFT
Johannes Brahms
Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98
Egyptian Scenes, brano in prima esecuzione assoluta commissionato da OFT al compositore egiziano Ahmed El Saedi, trova ispirazione nel rapporto fecondo tra Torino, l’Italia e l’Egitto e rappresenta un ponte metaforico tra culture e epoche. A esso si associa un capolavoro assoluto della musica europea, la Quarta Sinfonia di Brahms, che accende l’orchestra e incendia cuore e orecchie.
Domenica 1 Dicembre 2024 ore 18:30 – Fondazione Merz, via Limone 24
Débris
Nicola Mogavero sassofono
Økapi live electronics
Débris (detriti) nasce quindi dall’incontro di due artisti-musicisti molto diversi tra loro per provenienza artistica e per processi creativi. Questo esperimento si presenta come un progetto estemporaneo e insolito dove le sonorità frammentate digitali di Økapi incontrano il lirismo analogico del sassofono di Nicola Mogavero. Il cut-up elettronico – i detriti del campionamento sonoro – saranno il pretesto “plunderfonico” per la costruzione di una composizione istantanea, alla ricerca di una insospettabile intesa creativa.
Domenica 2 febbraio 2025 ore 18:30 – Fondazione Merz, via Limone 24
Wind Sand and Stars-A Mediterranean Journey
Füsun Köksal electronics
Andrazs Golob clarinetto
Il progetto di Füsun Köksal, vincitrice del Mario Merz Prize ed. 4, è basato sui temi della casa e delle migrazioni raccolti tra le opere scrittori affiliati geograficamente e culturalmente al bacino del Mediterraneo. Tra questi Konstantinos Kavafis, Antoine de Saint-Exupéry, Omero, Adonis, Cevat Şakir Kabaağaçlı.
Da questi spunti prendono vita le sonorità del clarinetto di Andrazs Golob, che ci illustra una Spagna vista dagli occhi di un compositore ungherese, oltre a composizioni contemporanee e uno sguardo sui suoni superstiti dell’antica Grecia.
Martedì 25 febbraio 2025 ore 21 – Conservatorio Giuseppe Verdi, piazza Bodoni
Sorrisi e abbracci
Archi dell’Orchestra Filarmonica di Torino
Sergio Lamberto maestro concertatore
Clarissa Bevilacqua violino
Nicola Campogrande
Quattro modi di sorridere per archi
Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto n. 4 in re maggiore per violino e orchestra K 218
Franz Joseph Haydn
Sinfonia n. 28 in la maggiore Hob. I:28
Un compositore torinese disegna il viso della persona amata nell’atto di sorridere, tra entusiasmo, compassione, bellezza e gioia. Gli Archi dell’Orchestra Filarmonica rispondono con un programma che sprizza felicità da tutti i pori, tra Mozart e Haydn, insieme a una delle stelle nascenti del violinismo italiano.
Domenica 16 marzo 2025 ore 17:00 – Museo Egizio, Via Accademia delle Scienze 6
Gli alberi dell’amore
Angelica Cathariou, mezzosoprano
Maria Elena Bovio, arpa
Rossana Bribò, percussioni
Niccolò Susanna, flauto
La Barca solare approda al Museo Egizio facendone risuonare gli storici spazi.
Nella suggestiva cornice dello statuario faraonico antiche sonorità e linguaggio contemporaneo si fondono, rievocando il rito salvifico e la “festa” arcaica.
Angelica Cathariou, direttrice del Laboratorio di technologie del Suono e dell’Immagine (ArtsLab) dell’Universita della Macedonia, e gli strumentisti di OFT invitano con appelli musicali a raggiungere la Galleria dei Re. Qui viene presentato un programma con tre prime esecuzioni italiane, volto a ricreare un’atmosfera misteriosa e incantatoria. Dalle Incantations, appunto, di André Jolivet ai suoni della lingua etrusca di François-Bernard Mâche, al greco antico del lavoro di Theodore Antoniou, ci si immerge nella forza e nel mistero della metafisica arcaica. Infine l’antico Egitto sarà protagonista con “Gli Alberi dell’Amore” di Willy Merz: una elaborazione, tra linguaggi antichi e contemporanei, del testo del Papiro di Deir-el Medina, risalente alla XX Dinastia e esposto presso il Museo.
Versi di tremila anni decisamente attuali fin dal tema principale: un idillio amoroso nei campi vissuto e raccontato dagli alberi presenti intorno agli amanti. Uno sguardo quasi surrealista che evoca un sentire verso la natura molto più intenso e attento rispetto a quello dei nostri giorni.